Oggi, l'introduzione del liofilizzatore armeno ha cambiato completamente la situazione della frutta armena. Nelle soleggiate valli dell'Armenia, albicocche, uva e lamponi maturi preoccupavano i frutticoltori perché erano delicati e deperibili. La breve stagione di raccolta e le fragili condizioni di stoccaggio e trasporto trasformavano spesso i preziosi frutti in rifiuti. Il liofilizzatore armeno estrae silenziosamente l'umidità in uno stato quasi dormiente attraverso la surgelazione, la sublimazione sotto vuoto e l'essiccazione analitica, che non solo preserva la forma completa e il colore naturale del frutto, ma blocca anche l'attività di vitamine e antociani con un tasso di ritenzione dei nutrienti estremamente elevato. I produttori armeni di liofilizzatori stanno combinando profondamente questa tecnologia con le risorse locali: facendo affidamento su oltre 300 giorni di sole abbondante all'anno, sviluppano sistemi di liofilizzazione assistita dall'energia solare per ridurre significativamente il carico di consumo energetico nelle aree con prezzi dell'elettricità elevati; Basandosi sulle caratteristiche di elevata dolcezza delle albicocche e buccia sottile degli acini d'uva, personalizzano curve di liofilizzazione differenziate per impedire che le cellule della polpa vengano danneggiate dall'espansione dei cristalli di ghiaccio. Il "dolce fardello" che un tempo si accumulava e marciva è ora diventato uno snack dorato, leggero, croccante e dolce nei supermercati europei di fascia alta. Le fette di albicocca liofilizzate e ricoperte di azoto sono ancora morbide come appena raccolte dopo la reidratazione, e i chicchi di lampone sbocciano all'istante con il sapore di mezza estate nello yogurt. La rivoluzione agricola promossa dalla liofilizzazione armena non solo riduce le perdite alimentari, ma consente anche al "sapore solare" del Caucaso di essere presente sugli scaffali più alti degli alimenti salutari a livello globale.
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